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Una storia di 500 anni

Uno dei primi seminari al mondo, ma anche biblioteca, stamperia, scuola. È una lunga storia di dialogo culturale e artistico con la città quella del Seminario Arcivescovile di Milano. Iniziato nel 1565, nel Seicento si arricchisce della grande corte quadrata e dello splendido portale barocco di Francesco Maria Richini, divenendo un modello di architettura monumentale.

Nei secoli è stato convitto durante l’impero di Maria Teresa d’Austria, prigione con Napoleone, ospedale per i soldati di Radetzky e i feriti della Grande Guerra. Danneggiato dai bombardamenti, nel 1967 ha visto un primo restauro ad opera di Piero Portaluppi e dal 1980 al 1990 è stato l’atelier dell’architetto Mario Bellini, che qui incontrò anche Steve Jobs.

Oggi, grazie all’attento progetto di rinnovamento promosso da Lungarno Collection, e firmato dagli architetti Michele de Lucchi (AMDL CIRCLE) e Michele Bönan, l’ex Seminario diventa una destinazione aperta alla città. Con i suoi 2.800 mq, la grande Piazza del Quadrilatero crea una nuova, prestigiosa passeggiata pedonale da Corso Venezia a Via S. Andrea. Qui l’ospitalità su misura del brand Portrait si integra con ristoranti, shopping ed eventi esclusivi, ritornando questo luogo alla città di Milano, della cui storia ha contrassegnato numerose fasi.

1565: Carlo Borromeo e il Seminario Arcivescovile

In piena Controriforma, nel 1564 il Concilio di Trento introduce una grande innovazione nella formazione del clero: i seminari. Carlo Borromeo, l’arcivescovo di Milano, che verrà in seguito canonizzato come San Carlo, è tra i primi a recepire la novità e fonda nello stesso anno il Seminario Arcivescovile. Nel 1565 il Seminario viene trasferito in Corso Venezia, all’interno del Monastero degli Umiliati.

1569-1620: nascita di un capolavoro barocco

Per iniziativa di un altro grande Borromeo, quel Cardinale Federico reso immortale dal Manzoni, l’ex monastero si trasforma gradualmente in un edificio monumentale. A progettare i lavori sono gli architetti più prestigiosi dell’epoca: Pellegrino Tibaldi, Aurelio Trezzi e Fabio Mangone. È al Trezzi che si deve l’ampia corte quadrata centrale, con un lato di ben 56 metri.

1565: Carlo Borromeo e il Seminario Arcivescovile

In piena Controriforma, nel 1564 il Concilio di Trento introduce una grande innovazione nella formazione del clero: i seminari. Carlo Borromeo, l’arcivescovo di Milano, che verrà in seguito canonizzato come San Carlo, è tra i primi a recepire la novità e fonda nello stesso anno il Seminario Arcivescovile. Nel 1565 il Seminario viene trasferito in Corso Venezia, all’interno del Monastero degli Umiliati.

1569-1620: nascita di un capolavoro barocco

Per iniziativa di un altro grande Borromeo, quel Cardinale Federico reso immortale dal Manzoni, l’ex monastero si trasforma gradualmente in un edificio monumentale. A progettare i lavori sono gli architetti più prestigiosi dell’epoca: Pellegrino Tibaldi, Aurelio Trezzi e Fabio Mangone. È al Trezzi che si deve l’ampia corte quadrata centrale, con un lato di ben 56 metri.

1849-1918: tra sacro e profano, sempre al centro della città

Durante il Risorgimento il Seminario si trova vicino alle strade della rivolta e in più occasioni ospita i combattenti feriti del generale Radetzky. La Prima Guerra Mondiale lo vede impiegato per un’ultima volta come ospedale militare: viene addirittura costruito un binario dedicato per accompagnare i feriti dalla stazione direttamente all’interno della corte con i famosi tram milanesi.

1930-1980: il lento declino

Nel 1930 il Seminario si trasferisce in una nuova sede a Venegono Inferiore, in provincia di Varese, e durante la Seconda Guerra Mondiale il complesso monumentale viene danneggiato dai bombardamenti. Nel 1967 la Curia commissiona un primo progetto di restauro a uno dei grandi maestri del razionalismo italiano, Piero Portaluppi. Nonostante questo prestigioso intervento l’ex Seminario, ormai privo di una propria funzione, si avvia ad un lento declino.

1980-1990: un’oasi del Made in Italy

Per dieci anni due piani dell’ex Seminario diventano l’atelier di Mario Bellini, tra i più rappresentativi architetti italiani contemporanei. Sotto le sue volte vedono la luce grandi progetti internazionali e iconici oggetti di design, anche grazie alla collaborazione con Olivetti iniziata nel 1976. Proprio all’interno dell’edificio nel 1981, affascinato dal suo stile, Steve Jobs fa visita a Bellini per proporre all’architetto una consulenza in merito al design dei prodotti Apple.

1990-2022: dall’oblio alla rinascita

Ormai chiuso definitivamente, l’antico monastero ospita qualche evento privato rimanendo tuttavia pressoché inaccessibile a milanesi e viaggiatori.

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Nel 2018 Lungarno Collection dà inizio alla trasformazione dell’ex Seminario in un nuovo hub milanese dell’ospitalità, dello shopping e della ristorazione. Nel 2019 vengono avviati i lavori di ristrutturazione, secondo un attento progetto di restauro e rinnovamento a cura dell’architetto Michele De Lucchi e del suo studio AMDL CIRCLE, nel pieno rispetto del carattere storico e monumentale dell’edificio. Gli interni sono disegnati dall’architetto Michele Bönan all’insegna di un mood che coniuga la grande tradizione artigianale italiana con uno stile contemporaneo.

Il 14 dicembre 2022 ha inaugurato Portrait Milano, una nuova destinazione nel cuore del Quadrilatero della Moda. La grande piazza di 2.800 mq si aperta così alla città dando vita ad una prestigiosa passeggiata pedonale che mette in connessione Corso Venezia e Via S. Andrea. Qui l’ospitalità su misura del brand Portrait si integra con ristoranti, shopping ed eventi esclusivi, ritornando questo luogo alla città di Milano, della cui storia ha contrassegnato numerose fasi.

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@portraitmilano