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DRUID, And still they don't believe it

In mostra dal 22 marzo 2024 al Gallery Hotel Art

A cura di Valentina Ciarallo

Il Gallery Hotel Art torna a farsi promotore del dialogo creativo tra arte contemporanea, i fiorentini e i suoi ospiti internazionali, con una nuova mostra che ha come protagonista Emanuele Napolitano, in arte Druid, e la sua prima personale in città dal titolo And still they don’t believe it, a cura di Valentina Ciarallo.

Druid, classe 1976, è artista visivo, pittore, video-maker e regista che, con i suoi colori accesi ed i suoi tratti originali, ritrae la quotidianeità in maniera sorprendente. Le sue donne, protagoniste degli ormai celebri disegni-vignette, irriverenti contenuti periodici del suo profilo Instagram e parte anche di questa retrospettiva, sono l’emblema della sua sottile e puntuale lettura dei comportamenti e delle relazioni sociali dei nostri tempi, e creano in chi le guarda un inevitabile sentimento di dolce-amara solidarietà.

La serie di pitture dedicata ai dodici segni zodiacali che accoglie gli ospiti sulla parete principale della lobby, è un oroscopo per immagini dove simboli e volti si rispecchiano in un suggestivo dualismo di colori e sagome: ogni dipinto è accompagnato dalla predizione sul destino individuale, espressamente formulata dall’artista che alimenta l’idea dello stereotipo del segno, secondo il quale la posizione le stelle influenzi significativamente la nostra personalità a tal punto da condizionare il nostro umore e cambiare il senso della giornata.

L’artista si sofferma poi, nella parte più intima della sua produzione, su dettagli di ambienti domestici che fanno da sfondo ai suoi personaggi spesso ritratti in coppia e che si alternano a quinte da immaginare. Le sue figure qui appartengono ad un tempo poeticamente simbolico e sognatore, ma al contempo estremamente moderno come un teatro della memoria che si fonde con quello della vita reale.

Per la prima volta troviamo qui al Gallery Hotel Art la sua collezione di oltre trenta piatti in ceramica vintage, creati ad hoc per l’occasione come omaggio alla lunga tradizione della ceramica toscana. Dalle forme e dimensioni insolite, la serie di vasellame tappezza l’intera parete della Sala Cha, rievocando un ambiente tradizionale e familiare come la nostalgica cucina della nonna in cui la parola era al centro del focolare. Ogni fondo del piatto riporta una frase o un disegno ironico in pieno stile “Druid”.  E la parola scritta che nasce dall’osservare e ascoltare l’altro, diventa la chiave di accesso della sua estetica.

Il titolo della mostra è liberamente tratto da un celebre brano firmato The Smiths nei primi anni ’80, The boy with the storm in his side.

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